I sette saperi necessari all'educazione del futuro by Edgar Morin

I sette saperi necessari all'educazione del futuro by Edgar Morin

autore:Edgar Morin [Sconosciuto]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Raffaello Cortina Editore
pubblicato: 2020-04-05T22:00:00+00:00


* * *

1. In un secolo, l’Europa è passata da 190 a 423 milioni di abitanti, il globo da 900 milioni a 3 miliardi.

2. Si veda cap. 6.

5

Affrontare le incertezze

Gli dèi ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie, e all’inatteso un dio apre la via.

euripide

Non abbiamo ancora incorporato il messaggio di Euripide: attendersi l’inatteso. La fine del xx secolo è stata tuttavia propizia, per comprendere l’irrimediabile incertezza della storia umana.

I secoli precedenti hanno sempre creduto in un futuro o ripetitivo o progressivo. Il xx secolo ha scoperto la perdita del futuro, cioè la sua imprevedibilità. Questa presa di coscienza deve essere accompagnata da un’altra, retroattiva e correlativa: quella secondo cui la storia umana è stata e rimane un’avventura ignota. Una grande conquista dell’intelligenza sarà, infine, quella di potersi sbarazzare dell’illusione di predire il destino umano. L’avvenire resta aperto e imprevedibile. Certo, esistono determinazioni economiche, sociologiche e altre ancora nel corso della storia, ma sono in relazione instabile e incerta con innumerevoli casi ed eventi che fanno deviare e sviare il suo corso.

Le civiltà tradizionali vivevano nella certezza di un tempo ciclico, al quale bisognava assicurare il buon funzionamento con sacrifici talvolta umani. La civiltà moderna ha vissuto nella certezza del progresso storico. La presa di coscienza dell’incertezza storica si compie oggi nel crollo del mito del progresso. Un progresso è certo possibile, ma è incerto. All’incertezza del futuro si aggiungono tutte le incertezze dovute alla velocità e all’accelerazione dei processi complessi e aleatori della nostra era planetaria, che né la mente umana, né un super computer, né alcun demone di Laplace saprebbero comprendere.

L’incertezza storica

Chi mai pensava, nella primavera del 1914, che un attentato commesso a Sarajevo avrebbe innescato una guerra mondiale che sarebbe durata quattro anni e avrebbe fatto milioni di vittime?

Chi pensava, nel 1816, che l’esercito russo si sarebbe disfatto e che un piccolo partito comunista, marginale, avrebbe provocato, contrariamente alla sua dottrina, una rivoluzione comunista nell’ottobre del 1917?

Chi pensava, nel 1918, che il trattato di pace firmato portasse in sé i germi di una seconda guerra mondiale che sarebbe scoppiata nel 1939?

Chi pensava, nella prosperità del 1927, che un crollo di Borsa di Wall Street avrebbe fatto esplodere nel 1929 una crisi economica planetaria?

Chi pensava, nel 1930, che Hitler sarebbe arrivato legalmente al potere nel 1933?

Ci pensava, nel 1940-1941, a parte qualche irrealista, che la formidabile dominazione nazista sull’Europa, e poi i progressi fulminei della Wehrmacht in Unione Sovietica fino alle porte di Leningrado e di Mosca, sarebbero stati seguiti nel 1942 dal rovesciarsi della situazione?

Chi pensava, nel 1943, in piena alleanza fra sovietici e occidentali, che la guerra fredda sarebbe sopravvenuta tre anni più tardi tra gli stessi alleati?

Chi pensava, nel 1980, a parte qualche illuminato, che l’impero sovietico sarebbe imploso nel 1989?

Chi immaginava, nel 1989, la guerra del Golfo e la guerra che avrebbe decomposto la Iugoslavia?

Chi, nel gennaio del 2000, poteva credere che un giovane ufficiale del kgb sarebbe potuto diventare presidente della Russia?

Ciò che vale per il passato vale per



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